mercoledì, settembre 06, 2006

Azzurro grigiastro


Mentre Jean Gab cercava i dischi per la serata al dream bag, io curiosavo in giro, in un mercatino polveroso, nella domenica mattina di un sobborgo da far west anglosassone. Non perchè fosse pericoloso, solo deserto, ventoso, case basse, pura sussistenza. Tra un insolito numero di ferramenta e venditori di rotoli di prati, ci siamo stupiti alla vista di un negozio di delicatessen rumeno. Atmosfera da 1982 in naftalina, come se dopo non ci fosse stato più niente. Venditori di dischi espongono una copertina di Bowie con un certo alone di sacralità. Cerco di entrare in una stanzetta incuriosita da vetri e tazzine, ma la porta è chiusa, ci sono sopra due o tre numeri di telefono, Diane and Reggie, se ti interessa qualcosa, del valore probabilmente di due pounds, loro vengono ad aprire, ma devi aspettare almeno mezz'ora. Io me la immagino Reggie che riceve la mia telefonata con un poppante in braccio in una cucina stretta, col lavello d'acciaio e una vista di campagna e palazzi alti oltre la tendina. Resti di servizi di ceramiche, giocattoli che non divertirebbero più nessun bambino, un poster dei Queen, tutto galleggiava nell'azzurro grigiastro del neon.

6 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Ciao Frank! sono Antony
be la descrizione che hai fatto del posto manca di qualche particolare, nella casa della tipa si sente l'odore caldo-pungente di bacon e caffé nero che proviene dalla tazza scheggiata di un rosa pallido posta sul tavolo di laminato verde scolorito dal tempo con i bordi di alluminio dove su un lato si potevano ancora leggere le iniziali della fabbrica che lo aveva prodotto, FCV, un tempo doveva appartenere ad un fast food o qualcosa del genere, lo aveva trovato li in quel bilocale fuligginoso sin da quando ci era andata ad abitare con Tessa, accanto al tavolo, attaccata alla parete c'èra un'insegna al neon a forma di dragone con su scritto "luky Dragon", lo aveva messo li non perchè le piacesse il logo la catena di drugstrore a cui faceva riferimento, ma solo perche era piaciuta al piccolo Chevette dal primo mome....

Fatti viva!

10:07 AM

 
Anonymous Anonimo said...

Ciao franca, ma sei a londra e non mi dici niente...

Baci. PL

10:25 AM

 
Blogger theBIGsun0f06 said...

Antony -
era proprio quello che immaginavo scrivendo il post, che ognuno potesse aggiungere dei dettagli, la storia di tessa e Reggie, la chiamerò reggie per conoscerla, ma non in orario pasti...tazza scheggiata, piccolo genietto...

Pier -
non te l'ho detto perchè non è una decisione ufficiale, ci sono scivolata lentamente, ci ho ficcato il naso e mi sono invischiata...mi sa che mi fermo qualche mese, il tempo di convertire il blog dall'italiano all'inglese....

11:54 AM

 
Anonymous Anonimo said...

Prima che nascesse Chevette, Tessa e Reggie vivevano nell' "ntercapedine sociale" , era quello il modo di chiamare quel posto, perchè si trovava esattamente tra due grandi palazzi lunghi quasi un chilometro chiamati "i progetti" dove ci vivevano prostitute e vecchi artisti finiti male o mai iniziati.
a Tessa non dispiaceva viverci, la gente li viveva di poco, lei aveva un chiosco fatto di pezzi di legno gonfi di umidità e lastre di plexiglass opacizzato dal sole e graffiato dalla sabbia spinta dal vento. La luce del sole che penetrava dai due grandi lastorni di plastica posti alle sue spalle rifletteva sugli oggetti trasformando quel posto in una vecchia polaroid ingiallita, cosi le cose sembravano avere più valore, oggetti trovati perlopiù per strada o nelle varie "case" dove aveva vissuto anni prima, adesso,in quel chiosco, sembravano pezzi di antiquariato appartenuti a chi sa quale famiglia nobile. Un vecchio bastone da passeggio con su montata una testa di un levriero dove ormai la cromatura era gonfia di ruggine e in alcuni punti addirittura inesistente, due tazzine di porcellana cinese, una senza piattino, l'altra con lo smalto crepato e macchiato di tè scuro, un vecchio orologio digitale con cassa nera appartenuto a qualche generale russo aveva ancora il cinturino originale in cuoio ormai secco e indurito dal sudore e dal tempo, tutto era immobile sotto la luce diurna di seconda mano...

1:25 PM

 
Blogger theBIGsun0f06 said...

mi sembra di riconoscere sul tavolino ovale, dietro la pila di fazzolerri inamidati-impolverati, una vecchia tazzina bianca...con un sigaro spento dentro!!!!orrore! maledetto profanatore di tazzine dell'amore!

1:35 PM

 
Anonymous Anonimo said...

si è proprio quella la tazzina!!!!

1:43 PM

 

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